Near Working come evoluzione dello Smart Working: lavorare fuori casa ma vicino.
Abbiamo parlato spesso in questo blog dei vantaggi, ma anche degli svantaggi, dello smart working.
Tra le tante difficoltà che hanno dovuto affrontare gli smart worker ci sono senz’altro l’isolamento, il burnout, l’incapacità di disconnettersi dal lavoro e la gestione della logistica domestica, che includono la condivisione degli spazi abitativi, degli strumenti di lavoro e i figli in DAD.
Ecco però una alternativa che sta rivoluzionando il concetto di lavoro agile: il Near Working. Inteso come superamento dello Smart Working, può consentire ai lavoratori di spostarsi da casa e riprendere le relazioni fisiche con colleghi, amici e creare nuovi contatti professionali, riattivando l’economia dei negozi e delle attività del quartiere senza spostarsi.
Il Near Working potrebbe rappresentare una rivoluzione a 360°: qualsiasi luogo pubblico può accogliere il lavoro di prossimità, se strutturato in tal senso. L’idea è di mettere a disposizione dei dipendenti un ufficio, magari condiviso, a 15 minuti da casa.
L’obiettivo è quello di alleggerire le corse dei mezzi pubblici, decongestionare il traffico e dare maggiore sostegno alle attività di quartiere, creando nuovi spazi e nuovi posti di lavoro. La scelta di puntare sul Near Working favorirebbe la flessibilità e darebbe una boccata di ossigeno a bar, ristoranti e attività commerciali orfani di milioni di pendolari.
Un impulso in tal senso è arrivato a livello nazionale dalla legge di conversione del decreto rilancio n.77 del 17 luglio 2020, che introduce il Piano Organizzativo del Lavoro Agile (POLA), quale sezione del Piano della performance. Questo documento ha l’obiettivo di incentivare l’introduzione e la gestione dello Smart Working all’interno delle amministrazioni pubbliche con il coinvolgimento, per le attività che possono essere svolte in modalità agile, di almeno il 60% dei lavoratori a partire dal 2021. In altri termini, attraverso il POLA, le amministrazioni sono esortate a definire modi e tempi per la messa a regime del lavoro agile.
L’idea di questa sperimentazione nata da una visione del Comune di Milano, si inserisce in un progetto più ampio, per favorire la riduzione della distanza abitazione-lavoro ed il conseguente impatto sull’ambiente.
Da sempre Milano traina lo sviluppo di un modo di lavorare diverso, al centro del quale c’è la condivisione degli spazi. Si parla di un vero proprio boom, soprattutto in questi ultimi anni, di un nuovo concetto di lavoro che prende il nome di coworking, con l’aggiunta di una nuova sfumatura: se è vicino a casa è meglio.
È un modello innovativo di vivere e lavorare in una città a 15 minuti di distanza. Si punta ad avvicinare il luogo di lavoro alla propria abitazione favorendo così anche lo sviluppo di quartieri non più dormitorio, ma con servizi e nuove attività commerciali con conseguente risparmio di tempo e di emissioni derivanti dagli spostamenti obbligati.
La scelta di sfruttare questa nuova prospettiva di lavoro si rivolge non solo alle Pubbliche Amministrazioni ma anche a tutte le società, a cui offre la possibilità di far lavorare i propri dipendenti vicino a casa, in sedi di lavoro distribuite sul territorio, in aree periferiche e anche nei comuni della città metropolitana. In luoghi comodamente raggiungibili a piedi, in bicicletta e perché no in monopattino in meno di 15 minuti.
Il Near Working è al momento una promessa. Una declinazione del lavoro agile, in cui l’organizzazione aziendale, la sfida tecnologica e ambientale, il benessere di lavoratrici e lavoratori, sono tutti elementi chiave che introducono un cambiamento di prospettiva, che vede un nuovo utilizzo di tutti gli spazi della città, dove attività e servizi sono ovunque a portata pedonale.
Questa evoluzione porterà sempre più aziende ad utilizzare i servizi dedicati da Business Center come PRO Working, pensati per rendere più confortevole il lavoro dei propri dipendenti. Ti aspettiamo!
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